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La settimana santa
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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> Vacanze e dintorni -> Usi, costumi e tradizioni italiane
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MariaD

Bimbyna guru
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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 13:09:06    Oggetto:  La settimana santa
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La settimana santa è quella compresa fra la domenica delle Palme e Pasqua di Resurrezione
Domenica delle Palme
Ancora oggi, come un tempo, prima della Messa delle 8.00, i fedeli si riuniscono davanti alla chiesa e portano in mano dei ramoscelli d'ulivo. Il parroco, dopo aver intonato il canto "Osanna al figlio di Davide", li benedice ; segue una breve processione e poi si entra in chiesa per la messa durante la quale si legge il "passio" cioè il racconto della passione di Gesù.
Alla fine della messa, i fedeli ricevono un ramoscello di ulivo.

Giacchè l'ulivo è simbolo di amore e di pace, un tempo si usava appendere un ramoscello di ulivo a capo del letto e c'era l'abitudine di portarlo alla persona con la quale si aveva avuto un diverbio e la pace era assicurata.

Di pomeriggio, in chiesa i fedeli partecipano alle "tre ore di Maria desolata" cioè si ascolta una predica, divisa in sette parti, intervallata da canti, sui dolori della Vergine Maria.

Giovedì Santo
Questo giorno ricorda l'istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio
Nella cattedrale il vescovo, in mattinata, celebra la messa del Crisma e consacra l'olio dei catecumeni, del sacro crisma e quello degli infermi.

Anticamente nella nostra parrocchia, durante la celebrazione della messa dell'istituzione dell'Eucarestia, il sacerdote lavava i piedi a 12 fanciulli per ricordare ciò che aveva fatto Gesù ai suoi discepoli. Questo atto significava, simbolicamente, il dovere di vivere al servizio degli altri.
Ricordo che il parroco era mio zio e la nonna Mariuccia, faceva 12 piccoli casatielli da regalare ai 12 bambini.
Vengono poi consacrate due ostie: una viene consumata dal sacerdote e l'altra, alla fine della celebrazione, viene portata in processione all'interno della chiesa e messa in un ciborio posto sull'altare della Cappella del Crocifisso, detta
impropriamente "sepolcro"
La cappella del sepolcro viene, ancora oggi, addobbata con luci, piantine di grano germogliato, fiori offerti dai fedeli.
Quando le piantine di grano venivano ritirate, dopo Pasqua, i fedeli usavano fare essiccare tutti i fili della piantina, li legavano con il nastrino rosso e li conservavano. Quando poi infuriava un temporale e c'erano fulmini a squarciare il cielo, si usava buttare questi mazzetti fuori di casa, verso l'alto e si diceva: "Alto, quanto è alto il nome di Dio"
Sempre durante la messa della Cena, al canto del Gloria, le campane che rappresentano la vita e la resurrezione, vengono suonate per ricordare l'imminente Pasqua; poi vengono "attaccate" cioè taceranno fino alla notte del Sabato Santo.
Un tempo 'a gloria si scioglieva il sabato mattina.
Nel mio paese, il giovedì santo, si usava mangiare la zuppa con le cozze o con i maruzzielli.

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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 13:09:06    Oggetto: Adv






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MariaD

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MessaggioInviato: 12 Apr 2011 22:14:32    Oggetto:  La settimana Santa 2
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La settimana santa 2

Venerdì Santo
In tempi moderni, il rito del venerdì santo inizia con la lettura della Passionesecondo Giovanni e con la preghiera universale dei fedeli. segue l'adorazione della Croce da parte del sacerdote che, a piedi scalzi, si incammina verso il Crocifisso, preparato in mezzo al presbiterio. Alla croce viene tolto il drappo viola, prima di essere offerta al bacio dei fedeli. Si celebra poi la messa detta dei "purificati" durante la quale viene consumata l'Ostia consacrata dell'altare del Sepolcro. Nel tardo pomeriggio per le vie del paese si fa la Via Crucis che consiste nel sostare 14 volte e meditare su altrettanti episodi della Passione.
Anticamente i riti del Venerdì Santo si svolgevano di mattina: iniziavano con il canto della Passione secondo Giovanni; seguiva la grande preghiera universale e poi c'era l'adorazione della Croce, dopo che il sacerdote aveva provveduto a togliere il drappo viola che la copriva. Dopo c'era il rito "d'a schiuvazione" e il sacerdote toglieva i chiodi dalle mani e dai piedi del Cristo sulla croce e deponeva il corpo ai piedi della Madonna Addolorata.
Quante volte da piccola ho assistito a questa funzione e ne rimanevo traumatizzata. La mia mamma mi diceva che nel corso della giornata, ripetevo continuamente: - Mamma, è morto Gesù -
Di pomeriggio si svolgevano 'e tre ore d'agonia durante le quali c'era la meditazione sulle sette parole pronunciate da Gesù sulla croce.
In questo giorno nè il sacerdote, nè i fedeli possono fare la comunione.
In casa invece era proibitissimo mangiare carne; i più mangiavano pane cotto o pasta scaldata; qualcuno digiunava. Nè si poteva spazzare il pavimento.

Sabato Santo
I fedeli durante il giorno, sostano presso la statua di Cristo deposta dalla croce meditando la sua passione e morte. A sera si fa la veglia che inizia con accendere e benedire il fuoco nuovo, simbolo del Cristo risorto. In chiesa si spengono le luci mentre all'ingresso si accende un falò attorno al quale si radunano i fedeli
Un tempo questo rito si svolgeva al mattino e si accendevano, con il nuovo fuoco, tre candele poste a triangolo sopra una canna ornata di fiori.
Oggi durante la celebrazione notturna, con il fuoco nuovo, tra il canto "Lumen Christi Exultet", viene acceso il Cero pasquale. Su questo il sacerdote incide una croce e sopra traccia la lettera alfa e sotto l'omega, mentre ai quattro angoli, formati dai bracci della croce, traccia le cifre dell'anno in corso e poi conficca cinque grani d'incenso. Questi grani rappresentano le cinque piaghe di Cristo. Il cero, restrà acceso fino alla Pentecoste.
Il rito del cero è detto Rito del Lucernaio.
Dopo vengono lette nove letture e poi viene benedetta l'acqua battesimale contenuta in un grosso recipiente. Il sacerdote, immergendo il cero, dice: - Lo Spirito Santo discenda - Durante la veglia pasquale viene amministato il Battesimo ai neonati, ma anche quando non ci sono nuovi battezzanti, c'è ugualmente il rinnovo della promessa battesimale di tutti i fedeli.
La veglia si conclude con la Messa e al canto del Gloria le campane ricominciano a suonare per festeggiare la resurrezione di Cristo.
Un tempo i fedeli usavano baciare a terra.
Nel rito antico, giacchè le campane si "scioglievano" al mattino, il sacerdote benediceva i fedeli e tuttio ciò che essi avevano portato in chiesa: uova, frutta, caprettini e cibarie.
I fedli che stavano in casa, prima del suono delle campane, usavano mangiare "pasta caso 'e ove" (pasta cacio ed uova). Ma appena le campane scampanellavano, tutti correvano a mangiare il casatiello ed i salumi.

Pasqua di Resurrezione
Una sessantina di anni fa, nei giorni che precedevano la Pasqua, nel nostro paese giravano i venditori ambulanti con i prodotti tipici: uova, galline, ricotta, verdura
Le persone più facoltose compravano un mese prima 'o pucuriello, un agnellino che veniva legato in un angolo del palazzo per vari giorni. Questo tenero animale diveniva un trastullo per i bambini del palazzo che gli portano da mangiare, lo accarezzavano e gli tenevano compagnia. Ma quando il padrone decideva di portarlo al macello, allora succedeva il finimondo e tutti cominciavano a piangere.

La settimana prima di Pasqua, i macellai locali esponevano galline, salsicce, salami, capicolli, agnelli con su grossi cartelli con il prezzo segnato in rosso.
Giacchè non esistevano pasticcerie, ogni massaia faceva il tortano, la pizza chiena, il casatiello, la favolosa pastiera, la pizza dolce e 'o casatiello stufato (cioè si faceva 'o criscito (lievito) con farina e acqua e si lasciava riposare. Ogni sera si rinfrescava 'o crisceto con l'aggiunta di un uovo: L'impasto doveva riposare pert diversi giorni, ben coperto, in un mobile o sotto il materasso. Alla fine, quando era crsciuto a dovere, veniva cotto).

Durante la settimana che precedeva la Pasqua, il parroco, accompagnato da un chierichetto che reggeva l'acquasantiera, andava a benedire le case dei suoi parrocchiani. Nell'attesa, ogni padrona di casa faceva le pulizie generali per accogliere degnamente il vicario di Cristo.

I giovani fidanzati mandavano a casa delle rispettive suocere 'o canisto contenente olio, pasta, salame, capicollo, olive, formaggi, uova, grano, zucchero, caffè..
Una volta preparato 'o canisto, si assoldava un giovanotto robusto che metteva il cesto sulla testa e andava a portarlo a domicilio. Lungo le strade non mancavano i curiosi che si intrattenevano per ammirare e sbirciare il contenuto.

Dopo la messa, ieri, come oggi, i fedeli passavano a prendere l'acqua benedetta per la benedizione della tavola.
Infatti, prima di cominciare a mangiare, il capofamiglia, immergeva un ramoscello di ulivo nell'acqua benedetta e benediceva la tavola dicendo: - Dio vi benerice comm'ommo 'e cielo, io ve benerico comm'ommo 'e terra -
Dopo tutti si sedevano a tavola e mangiavano 'o beneritto cioè un antipasto formato di uova sode, ricotta salata, olive e affettata di salumi.
Dopo, il pranzo continuava con la minestra maritata o con i tagliolini in brodo; poi c'era il capretto al forno con patate oppure con uova e formaggio, i carciofi indorati e fritti. Non mancava 'a fetta 'e castiello e la famosa pastiera.
Anche a Pasqua, come a Natale, i bambini leggevano la letterina e dicevano le poesie.
Qualche padrona di casa un po' superstiziosa, in questo giorno, spruzzava, con l'acqua benedetta i quattro angoli di ogni stanza per scacciare il malocchio. Al rito accompagnava queste parole: - [[b]b]'Ncienzo ricco, 'nicienzo santo 'a casa mia sona e canta. 'A casa mia argiento e oro, tutt''e maluocchie jesceno fore - [/b]
(incenso ricco, incenso santo, la mia casa suona e canta. La mia casa argento e oro, tutti i malocchi escano fuori).[/b]

Filastrocche, proverbi, modi di dire

"E' arrivato mmezzogiorno
a tavola attorno attorno
'o vino 'ncaraffella
e 'o pane a fella a fella"

Dimane ' festa
magnammece 'a menesta
'A menesta nun è cotta
e magnammece 'a ventresca
?A ventresca nun è fellata
e magnammece 'a 'nzalata
'A 'nazalata è senza uoglio
e chiammammo 'a masto mbruoglio"

"Vino 'ncoppa''a menesta, 'o miereco p''a fenesta"
(Bere vino sulla minestra fa bene e non ci sarà bisogno del medico)

"Natale è tutte scorze, Pasca è tutte fronne"
(A Natale si mangia frutta secca, a Pasqua verdure fresche)

"Natale 'ncoppo 'o balcone, Pasca 'nfaccia 'o ffuoco"
(Natale a volte viene con il caldo e Pasqua con il freddo)

"Pasca d''e ciure, se 'ngegnano 'e signure; Pasca d''e casatielle, se 'ngegnano 'e puverielle"
(per Pasqua di Pentecoste c'è l'abitudine di indossare un abito nuovo; ma ciò vale per i signori. I poveri lo fanno per Pasqua di Resurrezione)

"Doppo Pasca, vieneme pesca"
(Dopo Pasqua, vienimi a cercare)

"Tene 'a faccia 'e Pasca"
(Ha la faccia dell'abbondanza)

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