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IL CIMITERO DELLE FONTANELLE
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MariaD

Bimbyna guru
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italy
MessaggioInviato: 02 Nov 2011 17:53:05    Oggetto:  IL CIMITERO DELLE FONTANELLE
Descrizione:
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Oggi voglio raccontarvi del famoso Cimitero delle Fontanelle che, da buona napoletana e da appassionata delle tradizioni popolari ho visitato (una ventina di anni fa) in una delle tante visite guidate. Qui si esplora il mistero e qui si confondono riti sacri e profani, religione e magia.
Il Cimitero si trova nel centro del Rione Sanità a Napolied è chiamato delle Fontanelle per la presenza di abbondanti sorgenti e fonti di acqua.
Questo cimitero è un antico ossario che conserva i resti di coloro che non potevano permettersi la sepoltura e di quelli che morirono di peste nel 1656 e di colera nel 1836. A questi si aggiunsero, nel tempo, anche i resti di delle persone facoltose che avevano lasciato disposizioni per farsi seppellire nelle chiese. Qui però non c'era più posto e allora i becchini fingevano di seppellire il morto, ma a notte fonda, se lo caricavano sulle spalle e lo riponevano nelle cave di tufo delle Fontanelle.
A causa di un'inondazione di una di queste cave, i resti, ossa e "capuzzelle" cioè teschi, riafforarono in superficie.
Le ossa allora vennero ricomposte nelle grotte e venne costruito un altare e un muro. Si dice che vennero contate circa 8 milioni di ossa di cadaveri anonimi.





Queste ossa anonime sono diventate per i napoletani le anime abbandonate, anime pezzentelle cioè povere, una via di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti; segno di speranza, di aiuto reciproco. Poveri sono i morti perchè ormai morti e dimenticati, poveri sono i vivi che vanno a chieder loro aiuto.

Entrando, sulla sinistra ci sono due bare che raccolgono le ossa di bambini. Nella prima delle tre gallerie, c'è la statua del canonico Gaetano Barbati.



Costui nell'Ottocento organizzò squadre di fedeli per la sistemazione delle osssa.
Da allora 'e maste, alcune popolane alle quali la tradizione locale aveva attribuito particolare sensibilità per il culto delle anime purganti, cominciarono a fare delle processioni e a proferire litanie e, camminando guidavano i fedeli nella scelta delle anime più bisognose di suffragi, e cioè di fiori, di lumini, di preghiere, prima fra tutte il Requiem Aeterna.
Il culto delle anime del Purgatorio fu particolarmente praticato durante la seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra. La gente, non potendosi aspettare aiuto dai vivi, lo chiedeva ai morti con la speranza di sottrarsi alla miseria e al dolore.
Un tempo erano molti i napoletani che si recavano alle Fontanelle, sceglievano un teschio qualsiasi e lo adottavano. Gli davano poi un nome, un ruolo e anche una storia.
La capuzzella (teschio) scelto veniva pulito e lucidato, poggiato su un fazzoletto ricamato o su un cuscino e poi adornato di fiori e lumini. Al collo del teschio veniva messa la corona del Rosario.
Solo dopo tante visite e preghiere il morto appariva in sogno e si faceva riconoscere. L'unico mezzo di comunicazione tra i vivi e i morti era infatti il sogno.
Le anime del Purgatoro chiedevano 'e rifrischi cioè preghiere per alleviare le loro sofferenze. In cambio alle anime dei morti chiedevano i numeri al lotto e grazie.
Se il sabato i numeri non uscivano, il teschio veniva abbandonato; in caso contrario veniva messo in una teca di vetro o di marmo o di semplice latta, a secondo delle possibilità economiche., con la scritta "Per grazia ricavuta"






Addirittura c'era gente che sostava ai cancelli del Cimitero per aspettare le ombre mandate dal teschio di don Francesco a rivelare i numeri del lotto.

Nel 1969 il cardinale Ursi vietò, a causa del feticismo insito nel culto delle anime pezzentelle, l'accesso ai fedeli.
Dopo il 2002 il cimitero venne riaperto solo per pochi giorni all'anno e precisamente durante il Maggio dei monumenti.
Nel 2010 alcuni abitanti della Sanità protestarono pacificamente presso l'Amministrazione comunale e ora il cimitero è di nuovo accessibile



In un luogo così a contatto con la morte non potevano che nascere leggende.

Ai piedi della statua del Barbati si trova una bara che conserva le ossa di due scheletri, uno accanto all'altro. La credenza popolare li identifica come i due sposi



Ma il teschio più famoso è quello del Capitano, legato anche ai due sposi



La leggenda narra che una giovane promessa sposa era solita recarsi a pregare e achiedere grazie al teschio chde aveva adottato. Un giorno il fidanzato forse geloso delle attenzioni che la ragazza rivolgeva al teschio, volle accompagnarla e si portò un bastone. Arrivato vicino alla capuzzella, cominciò a deriderlo, ad ivitarlo al matrimonio e poi gli conficcò il bastone nell'occhiio.
Il giorno del matrimonio, tra gli aspiti, arrivò un uomo vestito da carbiniere. Losposo gli si avvicinò per sapere chi fosse. Costui rispose che era stato invitato proprio dallo sposoche gli aveva anche accecato un occhio. Detto ciò, si spogliò e apparve lo scheletro. I due sposi e altri invitati morirono sul colpo.

Poi c'è 'a capa che suda , quella di donna Concetta che, a diffeenza di altri crani impolverati, si presenta sempre ben lucida forse perchè raccoglie meglio l'umidità del luogo.
I devoti dicono che l'umidità del luogo è il sudore delle anime del Purgatorio e rappresentano le fatiche e le sofferenze cui vegono sottoposte.

Ci sono poi due bare con gli unici scheletri ben visibili, entrambi vestiti. Appartengono ad una coppi di nibili. Il teschio della donna ha la bocca spalancata per cui si dice sia morta sofocata da uno gnocco.

Nella seconda galleria, ogni antro è occupato da unna catasta di teschi che leggenda vuole, ordinati secondo la condizione sociale dei defunti

In un altro corridoio c'è la statua di San Vincenzo Ferreri, detto 'o munacone su cui al posto ella testa ( mozzata) è stato collocato un teschio



Altra anima pezzentella è la sposa Lucia, morta in un naufragio con il suo sposo. Il suo teschio è ornato dal velo nuziale ed è omaggiato da fiori , lumini e richieste scritte.

'A capa e zi' Pascale fa vincere al lotto, quella del capitano fa sposare le ragazze da marito, 'a capuzzella d''o nennillo (bambino)
assicura la prosperità in famiglia; il teschio del dottor Alfonso fa le sue diagnosi dall'aldilà.
Il teschio del cieco, secondo una leggenda, pare abbia ringraziato il benefattore per i lumini dicendo:" Grazie per la luce, ero cieco ed ora vedo"

Si narra ancora che una delle sale di questo cimitero , chiamata "I tribunali" sia stata usata dai camorristi e qui i giovani affiliati pestavano il loro giuramento di fedeltà.

Nel terminare questo scritto mi sono ricordata di alcune preghiere alle anime del Purgatorio , raccolte (in occasione di un mio progetto Scolastico) dalla viva voce degli anziani del mio paese durante le interviste.

Anime sante, anime biate,
a chisto munno site state
'mpriatorio ve truvate
'mparadiso nce aspettate.
Pregate l'eterno padre
p''e noste necessità
Comme nce vedite
accussì ce succurrite
e comme nce guardate
accussì ce cunsulammo
co core di Gesù e di Maria.

Anime sante, anime dilette
venite a casa mia ca io v'aspetto
Paura 'e vuje nu me ne metto.
V'aspetto co n'omme 'e Gesù,
Giuseppe e Maria
Vente e cunzulatemi
Primma co n'omme d''a santissima trinità
Io ve conto tuttte 'e pene
tutte 'e guaie e tutte 'e malatie
Scanzatemi e liberatemi
A vuje 'o Paraviso
e a nuje na bella morte all'improvviso.

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MessaggioInviato: 02 Nov 2011 17:53:05    Oggetto: Adv






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