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Margherita Hack, l'amica delle stelle
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MessaggioInviato: 29 Giu 2013 13:18:57    Oggetto:  Margherita Hack, l'amica delle stelle
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Aveva 91 anni, una vita per la ricerca e la divulgazione


L'astrofisica Margherita Hack e' morta all'eta' di 91 anni per un riacutizzarsi dei problemi cardiaci dei quali soffriva da tempo. La morte e' avvenuta alle 4,30 della notte scorsa nell'ospedale Cattinara di Trieste, dove era ricoverata da una settimana. La prossima settimana, informano persone vicine alla famiglia, e' prevista una semplice sepoltura in forma strettamente privata.

Sono stati sereni e ''vissuti con leggerezza'', come aveva sempre fatto nella sua vita, gli ultimi giorni dell'astrofisica Margherita Hack. I problemi cardiaci dei quali soffriva da tempo ''erano molto pesanti, ma li viveva con una leggerezza assoluta'', racconta Marinella Chirico, molto vicina alla ricercatrice e alla sua famiglia.

La malattia si era riacutizzata una settimana fa, tanto da rendere necessario il ricovero. Margherita Hack lascia il marito Aldo, 93 anni, che aveva conosciuto a Firenze, dove erano nati entrambi e dove si erano incontrati ai giardini quando Margherita aveva11 anni e lui 13. Si erano sposati 70 anni fa, ''la prima e l'ultima volta che era entrata in una chiesa'', racconta l'amica di famiglia. Non hanno avuto figli e vivevano con otto gatti e un cane. Della morte non ha mai avuto paura, nemmeno negli ultimi giorni: ''quando ci sono io non c'e' la morte - le piaceva ripetere - e quando c'e' la morte non ci saro' io''.

Nella sua lunga vita Margherita Hack ha riempito auditorium e teatri, diretto un osservatorio, difeso la liberta' della scienza, la laicita' dello stato e combattuto per la parita' dei diritti. Ha saputo coniugare un'importate carriera scientifica nell'astronomia e la passione per la divulgazione, affascinando e divertendo, milioni di italiani dal vivo o in tv. Toscana Doc e atea convinta, Margherita Hack - 'amica delle stelle' come si era essa stessa definita in una sorta di autobiografia pubblicata nel 1998 - ha trascorso buona parte della sua vita a Trieste. Qui ha diretto per oltre 20 anni l'Osservatorio astronomico, portandolo a un livello di rilievo internazionale, ed ha insegnato nell’universita' dal 1964 al 1992. Nota al grande pubblico soprattutto per le due doti di divulgatrice, nel mondo della ricerca ha occupato una posizione di primo piano fin dall’inizio della sua lunga carriera. Celebri anche le sue battute taglienti ed i suoi modi schietti, conditi dal forte accento toscano che non ha mai abbandonato, cosi’ come la sua grande gentilezza.

Nata a Firenze il 12 giugno 1922 da genitori vicine alle dottrine teosofiche, Margherita Hack ha completato la sua formazione scolastica sotto il fascismo, cui non ha mai aderito, laureandosi in astrofisica al termine della seconda guerra mondiale con una sulle Cefeidi, le stelle 'pulsanti' che si sono rivelate fondamentali nella misurazione delle distanze delle galassie.
Anche se non si era ''mai sentita predestinata a diventare astronoma'', la sua passione per la scienza e’ nata quasi per caso, "durante il liceo, dove cominciai a amare la fisica, forse anche per merito del professore, nonostante fosse un fascista che rischio' di farmi cacciare da tutte le scuole del Regno per antifascismo'', raccontava. Dopo aver ottenuto alcune collaborazioni in Italia e una serie di incarichi in universita' straniere, tra cui Berkeley, Princeton, Parigi, Utrecht e Ankara, all’età di 42 anni aveva ottenuto la cattedra di astronomia presso l'Istituto di Fisica Teorica all'Universita' di Trieste, assieme all'incarico all'osservatorio. Da allora non ha mai interrotto pero’ lunga serie di collaborazioni internazionali, che nel tempo l’hanno portata ad offrire un contributo fondamentale allo studio dell'evoluzione delle stelle e in particolare della loro atmosfera.

Il nome e il volto di Margherita Hack sono un punto di riferimento nella divulgazione scientifica e nella 'narrazione' dell'Universo per tutti: ''si dovrebbe insegnare la scienza fin dalle elementari'', sosteneva da sempre.
Nel 1978 ha fondato la rivista bimensile 'L'Astronomia' e ha scritto decine di libri divulgativi. Grazie alla sua popolarita' ha saputo avvicinare la scienza al grande pubblico negli innumerevoli incontri dal vivo in rassegne e festival, in teatri e auditorium, nelle partecipazioni televisive. Un impegno e una profusione di energia che hanno trovato sfogo anche in ambito politico e sociale: celebri le sue battaglie a difesa della laicita' dello stato e gli scontri con il Vaticano per le sue nette prese di posizione, "l'Italia e' uno Stato laico e quindi per esempio non dovrebbe esserci nessun simbolo delle varie religioni negli edifici pubblici" e "un vero credente puo' rispettare i dettami della Chiesa, e' libero di farlo. Ma va rispettata anche la liberta' di chi non lo e'''. Ha inoltre combattuto sempre contro la discriminazione sessuale delle donne e i diritti dei gay, la difesa degli animali, il diritto all'eutanasia e la liberta' di ricerca scientifica. Non ha mai nascosto le sue idee politiche, "dobbiamo combattere questa classe politica che non ascolta gli esperti e che invece delle riforme porta avanti delle controriforme", e che hanno trovato spazio in una parentesi politica iniziata nel 2009 tra le fila del Partito dei Comunisti Italiani.

Fonte: ANSA
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E' morta Margherita Hack
Addio alla signora delle stelle
Aveva 91 anni, scienziata 'pasionaria' e donna ironica
I funerali in forma privata, sarà sepolta a Trieste

Trieste, 29 giugno 2013 - L’astrofisica Margherita Hack è morta la notte scorsa all’ospedale di Cattinara dove era ricoverata da una settimana al Polo cardiologico. Aveva compiuto 91 anni il 12 giugno scorso.

La scienziata era stata ricoverata sabato scorso in seguito al riacutizzarsi dei problemi cardiaci che la affliggevano. Con lei c’erano il marito, Aldo, con il quale era sposata da 70 anni, Tatiana, che la assisteva da tempo, la giornalista Marinella Chirico, sua amica personale, e il responsabile del polo cardiologico, Gianfranco Sinagra.
Aveva da poco compiuto 91 anni, il 12 giugno, la scienziata Margherita Hack. E’ stata una delle astrofisiche italiane più importanti del ventesimo secolo. Fiorentina doc, si era trasferita a Trieste negli anni Sessanta. Padre protestante e madre cattolica, è stata professoressa ordinaria di astronomia all’Università di Trieste dal 1964 al 1 novembre 1992 anno nel quale fu collocata fuori ruolo per anzianità e la sua Cattedra fu messa a concorso. Nel 1944 ha sposato Aldo De Rosa. La Hack non è famosa solo nel mondo scientifico, ma anche per il suo impegno nel campo sociale e politico.
Per due volte candidata di sinistra alle elezioni regionali, nel 2005 in Lombardia e nel 2010 nel Lazio, si era poi candidata alle ultime politiche con Nichi Vendola. Margherita Hack è stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico e ha contribuito allo studio delle stelle, pubblicando numerosi lavori originali su riviste internazionali e libri sia divulgativi che universitari. Ha ricevuto riconoscimenti importanti sia nel mondo della scienza che in quello dei diritti civili. Si è battuta per la tutela degli animali ed è stata vegetariana convinta sin da bambina. Come segno di riconoscimento le è stato anche intestato l’asteroide 8558 Hack. Si è sempre fatta riconoscere per le sue capacità intellettuali e per la sua capacità di far sorridere.

I FUNERALI PRIVATI A TRIESTE, IN SEGRETO DATA E LUOGO - La Hack a Trieste dal 1963, viveva in una casa nel quartiere di Roiano. Senza figli, donna impegnata socialmente, vegetariana da sempre, grande divulgatrice, la Hack era anche una appassionata animalista: aveva otto gatti e un cane.
Il suo ricovero era stato tenuto segreto per sua volontà, così come ha lasciato indicazioni di essere sepolta nel cimitero di Trieste senza alcuna funzione né rito ma con una cerimonia esclusivamente privata. Le persone che gli sono state vicine fino alla fine hanno riferito che per rispettare le sue volontà non saranno resi noti né giorno né orario della sepoltura.

UN AMICO: ULTIMI GIORNI FELICI - Sono stati sereni e ‘’vissuti con leggerezza’’, come aveva sempre fatto nella sua vita, gli ultimi giorni dell’astrofisica Margherita Hack. I problemi cardiaci dei quali soffriva da tempo ‘’erano molto pesanti, ma li viveva con una leggerezza assoluta’’, racconta Marinella Chirico, molto vicina alla ricercatrice e alla sua famiglia. La malattia si era riacutizzata una settimana fa, tanto da rendere necessario il ricovero. Margherit Hack lascia il marito Aldo, 93 anni, che aveva conosciuto a Firenze, dove erano nati entrambi e dove si erano incontrati ai giardini quando Margherita aveva 11 anni e lui 13. Si erano sposati 70 anni fa, ‘’la prima e l’ultima volta che era entrata in una chiesa", racconta l’amica di famiglia. Non hanno avuto figli e vivevano con otto gatti e un cane. Della morte non ha mai avuto paura, nemmeno negli ultimi giorni: "Quando ci sono io non c’è la morte - le piaceva ripetere - e quando c’è la morte non ci sarò io".

NAPOLITANO: HA SERVOTO E ONORATO L'ITALIA - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla famiglia di Margherita Hack il seguente messaggio: “Apprendo con commozione la triste notizia della scomparsa di Margherita Hack, personalità di grande rilievo del mondo della cultura scientifica, che con i suoi studi e il suo impegno di docente ha costantemente servito e onorato l’Italia anche in campo internazionale. Ella ha rappresentato nello stesso tempo un forte esempio di passione civile, lasciando una nobile impronta nel dibattito pubblico e nel dialogo con i cittadini. Partecipo con sinceri sentimenti di vicinanza al cordoglio di tutte le persone che l’hanno avuta cara”.
IL PREMIER LETTA - Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, esprime il profondo cordoglio suo personale e del Governo per la scomparsa di Margherita Hack. “L’Italia e la comunità internazionale perdono una protagonista assoluta della ricerca scientifica. Una donna che è stata, inoltre, capace di affiancare con passione l’impegno professionale a quello sociale e politico. Una testimonianza che resterà preziosa", ricorda Letta.

ROSSI, REGIONE TOSCANA: SIAMO TUTTI FIGLI DELLE STELLE - Margherita Hack disse: “tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernuove, cioe’ quelle stelle piu’ grosse del sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Perciò noi siamo veramente figli delle stelle”. Lo scrive in un post sul suo profilo facebook il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ricordando la figura di Margherita Hack “fiorentina, atea, di sinistra e grande astrofisica” morta questa notte a Trieste.

RENZI: UNO SPIRITO INDOMITO - ‘’Margherita Hack è stata una grande scienziata che riusciva a spiegare a tutti, con parole semplici e chiare, il mistero dell’universo, della fisica e delle stelle. Ci ha insegnato ad appassionarci al cielo e alla scienza tutta e ha saputo divulgare, con parole chiare e spirito indipendente, le grandi leggi e scoperte del cosmo’’. Lo afferma il sindaco Matteo Renzi, appresa la notizia della morte dell’astrofisica Margherita Hack, ieri a Trieste dove la donna, fiorentina, viveva da anni. A Firenze Hack ha studiato e si è laureata, e ha lavorato anche nell’Osservatorio di Arcetri insieme ad un altro grande scienziato, Franco Pacini, morto all’inizio del 2012. Da giovane, ricorda Renzi, era stata una brava atleta che si andava ad allenare nei campi del Giglio rosso. ‘’Di Margherita - ha sottolineato Renzi - continueremo a ricordare lo spirito curioso, indomito, estremamente intelligente e culturalmente vivace che ne ha sempre contraddistinto il lavoro e l’impegno civile e politico’’. ‘’Alla famiglia - conclude Renzi - il cordoglio mio personale e di tutta la città di Firenze’’.

EPIFANI: IL CORDOGLIO DEL PD - “Esprimo a nome mio e del Partito Democratico profondo cordoglio per la scomparsa di Margherita Hack. Perdiamo una grande scienziata, una donna straordinaria e appassionata, innamorata del suo Paese e per questo da sempre impegnata nella società e in politica”. Così il segretario nazionale del Partito Democratico Guglielmo Epifani. “La sua figura, il suo impegno costante e il suo instancabile lavoro, sono e rimarranno motivo d orgoglio per l Italia”, aggiunge Epifani.

Fonte: http://qn.quotidiano.net/
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L’astrofisica Margherita Hack è morta la notte scorsa all’ospedale di Cattinara, a Trieste, dove era ricoverata da una settimana. Aveva compiuto 91 anni il 12 giugno scorso. La Hack è morta la notte scorsa alle 4,30. Era stata ricoverata sabato scorso in seguito al riacutizzarsi dei problemi cardiaci che la affliggevano. Con lei c’erano il marito, Aldo, con il quale era sposata da 70 anni, Tatiana, che la assisteva da tempo, la giornalista Marinella Chirico, sua amica personale, e il responsabile del polo cardiologico, Gianfranco Sinagra. Astrofisica di fama mondiale, atea, vegetariana da sempre, divulgatrice, dichiaratamente di sinistra, sostenitrice da sempre dei diritti civili e di aperture in tema di bioetica. Come riconoscimento per il suo contributo all’astrofisica le è stato intitolato l’asteroide 8558 Hack. La scienza italiana perde così un altro simbolo, dopo la scomparsa della senatrice a vita Rita Levi Montalcini.


Gli ultimi giorni accanto al marito conosciuto 80 anni fa
Sono stati sereni e “vissuti con leggerezza”, come aveva sempre fatto nella sua vita, i suoi ultimi giorni. I problemi cardiaci dei quali soffriva da tempo “erano molto pesanti, ma li viveva con una leggerezza assoluta”, racconta Marinella Chirico, molto vicina alla ricercatrice e alla sua famiglia. La malattia si era riacutizzata una settimana fa, tanto da rendere necessario il ricovero. Hack lascia il marito Aldo, 93 anni, che aveva conosciuto a Firenze, dove erano nati entrambi e dove si erano incontrati ai giardini quando Margherita aveva 11 anni e lui 13. Si erano sposati 70 anni fa, “la prima e l’ultima volta che era entrata in una chiesa”, racconta l’amica di famiglia. Della morte non ha mai avuto paura, nemmeno negli ultimi giorni: “Quando ci sono io non c’è la morte – le piaceva ripetere – e quando c’è la morte non ci sarò io”.

L’ultima lezione ai giovani: “L’universo? Studiare fatti, tante cose non si sanno”
Le sue ultime parole rivolte ai giovani – si potrebbe dire la sua ultima lezione – alcuni giorni fa durante un incontro privato nella sua abitazione di Trieste con alcuni bambini. Come è nato l’universo?, avevano chiesto loro. “Ci sono delle teorie – aveva risposto l’astrofisica – ma tante cose non le so. Abbiamo dei fatti, e su quelli dobbiamo studiare”. La scienziata, racconta chi le stava vicino, aveva il passo stanco ma la lucidità era quella di sempre, così come la disponibilità: alle numerose e insistenti domande dei piccoli, aveva risposto con pazienza e sempre con il sorriso.

Sarà sepolta con cerimonia semplice e privata
La Hack era nata a Firenze nel 1922 e si era trasferita a Trieste nel 1963, dove viveva in una casa nel quartiere di Roiano. Senza figli, donna impegnata socialmente, era anche una appassionata animalista: aveva otto gatti e un cane. Il suo ricovero era stato tenuto segreto per sua volontà, così come ha lasciato indicazioni di essere sepolta nel cimitero di Trieste senza alcuna funzione né rito, ma con una cerimonia esclusivamente privata. Le persone che gli sono state vicine fino alla fine hanno riferito che per rispettare le sue volontà non saranno resi noti né giorno né orario della sepoltura. “Il mondo della scienza – commenta il rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno – perde una grande personalità, una grande donna, che si è prodigata una vita intera per affermare i diritti di libertà, di legalità e di uguaglianza”.

La prima donna a dirigere un osservatorio
Negli ultimi giorni il nome della scienziata fiorentina era finito tra quelli di possibili senatori a vita che, dopo la morte di Emilio Colombo, sono rimasti solo Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti. Nata a Firenze il 12 giugno 1922, la Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, Hack ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. La scienziata è membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society. Nel 2012 aveva ricevuto l’onorificenza dalla presidenza della Repubblica di dama di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana “per il costante e instancabile impegno profuso nella ricerca scientifica e al servizio della società, che la rende esempio di straordinaria dedizione e coerenza per le giovani generazioni”.

Il lavoro per “raccontare le stelle”
Nata da padre protestante e madre cattolica Hack si laurea nel 1945, con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Il lavoro viene condotto presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri, dove inizia a occuparsi di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca. Enorme lo sviluppo delle attività didattiche e di ricerca che Margherita Hack ha promosso all’università di Trieste, dove ha dato vita nel 1980 a un “Istituto di Astronomia” che è stato poi sostituito nel 1985 da un “Dipartimento di Astronomia”, che la scienziata ha diretto fino al 1990. Dal 1982 Margherita Hack ha inoltre curato una stretta collaborazione con la sezione astrofisica della Scuola internazionale superiore di studi avanzati. La scienziata, inoltre, ha alternato la stesura di testi scientifici universitari, alla scrittura di testi a carattere divulgativo. Il trattato “Stellar Spettroscopy”, scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve (1897-1963) è considerato ancora oggi un testo fondamentale. Nel tempo Margherita Hack ha collaborato con numerosi giornali e periodici specializzati, fondando nel 1978 la rivista “L’Astronomia” di cui è stata a lungo direttore. Nel 1980 ha ricevuto il premio “Accademia dei Lincei” e nel 1987 il premio “Cultura della Presidenza del Consiglio”.

Ha lavorato in numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’Esa e della Nasa. In Italia, dove ha fatto anche parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei, con un’intensa opera di promozione ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell’utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di rinomanza internazionale.

Bioetica e diritti civili
Ma la Hack era conosciuta anche per il grande e costante impegno sui temi sociali e politici, in particolare nella difesa e nella promozione dei diritti. Non credeva in alcuna religione perché credeva che ci potesse essere un’etica laica e atea che derivasse da principi di coscienza. “L’etica laica e in particolare l’etica degli atei – aveva scritto – che non credono in nessuna entità superiore non meglio definita, ma solo nel dato di fatto dell’esistenza della materia che origina le strutture presenti nell’Universo, da cui si originano anche gli esseri viventi dai più semplici ai più complessi, si basa sul rispetto del prossimo, uomo o animale che sia e può essere riassunta dai comandamenti di Cristo, che certo non era figlio di dio, ma una delle più grandi figure dell’umanità, che ha preceduto i suoi tempi di molti secoli ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ e ‘Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te’. Per attenersi a questi comandamenti non c’è bisogno di credere in dio, non lo si fa per la speranza in un al di là in cui non si crede, ma solo per un sentimento di fratellanza universale che deriva dalla nostra comune origine da quella materia che costituisce l’Universo”.

Dal 1989 era garante scientifico del Cicap e, dal 2002, presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Dal 2005 era iscritta all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Ma in tema di bioetica erano note anche le sue aperture: era favorevole all’eutanasia, aveva sottoscritto un testamento biologico, sosteneva il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali (nel 2010 era stata premiata a Torre del Lago Puccini come “Personaggio gay dell’anno”). “Da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà – aveva dichiarato – Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos’è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos’è il rispetto della libertà altrui”.

Antifascista e comunista
Antifascista e da sempre oppositrice di Berlusconi e della sua parte politica si era più volta candidata alle elezioni, ottenendo in alcune occasioni anche il seggio al quale però aveva sempre rinunciato. La prima volta nel 2005, alle Regionali in Lombardia, con il Partito dei Comunisti Italiani: in quel caso aveva ceduto il seggio a Bebo Storti. Di nuovo l’anno successivo alle politiche (vinte dal centrosinistra), ancora con il partito di Oliviero Diliberto, ma una volta eletta rinunciò a diventare deputata. Nel 2009 si candidò per Lista anticapitalista (che riuniva i partiti a sinistra del Pd). Di nuovo fu eletta, tra le file della Federazione della Sinistra, alle regionali del Lazio nel 2010: anche in questo caso si dimise. Alle primarie del centrosinistra del 2012 e alle politiche del 2013 aveva sostenuto Nichi Vendola, mentre aveva firmato l’appello in sostegno di Emma Bonino per la candidatura alla presidenza della Repubblica.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/
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29/06/2013 - IL LUTTO PER LA SIGNORA DELLE STELLE
Hack, l’ultimo sberleffo alla morte
“Ho scelto di andarmene sorridendo”



Margherita Hack insieme a Federico Taddia


T-shirt macchiate, pranzi leggeri e gatti sempre tra i piedi. Una vita semplice cercando sempre la verità


FEDERICO TADDIA
“Ciao Marghe, come stai?”
“E come vuoi che stia Fede, sono qua in gabbia. Non vogliono più che vada più in giro: ma io scappo. Anche perché la mia testa mica la puoi fermare”. Abbiamo riso insieme, pochi giorni fa al telefono, come mille altre volte. Anche se la voce era sempre più flebile. Il fiato più corto. Quel cuore impazzito ormai ingestibile da quando aveva scelta di non farsi operare, tempo fa, perché “Non voglio sfinire sotto i ferri per vivere qualche mese in più: non ne vale la pena. Preferisco morire sorridendo”. Con Margherita era impossibile non ridere, perché l’ironia era il suo approccio alla vita, un approccio rigoroso e spettinato, come amava definirlo lei.
Ho avuto la fortuna di frequentare tanto la Marghe in questi anni, per lavoro e per piacere. Lunghe chiacchierate, per conoscere e far conoscere la sua storia, il suo pensiero, il suo sapere.
Lei è la sue T-Shirt, sempre spiazzanti e sempre un po’ macchiate. Lei e i suoi pranzi a base di insalata, pomodori e gatti tra i piedi. Lei è il suo inseparabile bastone da passeggio e lo zainetto sulle spalle, gobba e tremolante, ma sempre in piedi. Sempre un passo avanti agli altri. Lei e i suoi libri, lei e la sua sfida infinita a spiegare i buchi neri ai bambini, lei e l’amore per lo sport, per la sua Fiorentina, la passione nascosta per “Un posto al sole”, l’odio per Berlusconi, le critiche alla Chiesa e l’amicizia vera e profonda con tanti preti di strada e di battaglia.
Ricordare ora Margherita è tutto questo: è rivedere il suo amore, vero, profonda, inscalfibile per il marito Aldo. E’ la serenità con cui ti diceva che non voleva avere figli perché a lei i bambini piacevano, ma solo se erano bambini di altri, e che non si sentiva quindi in colpa nel sentirsi più attratta dai gatti. E’ il suo rispondere sempre al telefono, dare comunque sempre un appuntamento a chi glielo chiedeva, correre per convegni e presentazioni, fare prima della ricerca e poi della divulgazione una scelta di vita.
“Sai qual è una cosa che proprio mi dà fastidio?” – mi diceva spesso – “Quando mi trattano come se fossi la Madonna, quando invece sono solo una donna. Invece mi fanno sembrare una santa, una reliquia: mi toccano, mi vogliono baciare, mi ringraziano per le cose più diverse. Non credi di aver fatto nulla di straordinario per meritarmi la loro dolcezza, men che meno la loro ammirazione. Ho fatto un lavoro serio, onesto, ma senza grandi clamori. Ho solo portato la mia pietruzza al mosaico della scienza, cercando la verità. Dicendo la verità”.
E poi c’era il tema della morte, che abbiamo sfiorato tantissime volte.
Le chiedevo se lei, così innamorata della vita non la temesse. E lei, rideva, rideva sempre. “Non me ne frega niente della morte Federico. Fosse per me, camperei 1000 anni, ci sono ancora tante cose da scoprire: ma la morte non mi fa paura, mi basta andarmene senza troppe agonie, senza troppe sofferenze. Poi mica sparisco: mi trasformo in una molecola, e in un modo o nell’altro rimarrò ancora su questa terra. E sai una cosa? Non mi interessa nemmeno se sarò ricordata o meno: non sarà più un problema mio”.
E poi via, c’era la scrollata di spalle, segno che era ora di non parlarne più, perché era un argomento inutile. La stessa scrollata di spalle con cui ti rispondeva a domande tipo “Perché non ti emozionano le stelle?”, “Perché non sei mai andata dalla parrucchiera?, “Perché non ti riposi un po’?”. Sarebbero mille gli aneddoti di questa straordinaria scienziata, che per farla arrabbiare bastava chiamarla nonna: “Ma quale nonna e nonna, dentro mi sento una giovincella io”.
In queste settimane stavamo iniziando a lavorare ad un nuovo progetto insieme: le avevo chiesto di scegliere le 50 parole che avrebbe voluto lasciare come testamento e darmi di ognuna una sua piccola definizione. 50 parole per raccontarsi, ma 50 parole che fossero stimoli e pungolo per i giovani. La divertiva molto questa cosa. E per ora me ne aveva scelte due: “Fiorentina: l’unica fede possibile” e “Ricerca: non accontentarsi di quello che si sa, non farsi spaventare da quello che si sa”.
Ci mancherà Margherita, che non ha mai avuto paura della morte perché non ha mai avuto paura di vivere.

Fonte: http://lastampa.it/
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L’universo, la politica e un asteroide di nome Hack


Ecco come Giorgio Dell’Arti e Massimo Parrini nel loro Catalogo dei viventi, 2009, Marsilio, raccontavano Margherita Hack, morta il 28 giugno a Trieste a 91 anni

• Firenze 12 giugno 1922. Astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia. Professore emerito di Astronomia nell’Università di Trieste, accademico dei Lincei. «Fare scienza è come andare a caccia dell’assassino, con lo scienziato nei panni dell’investigatore».
• «Fulgida figura di astrofisica, donna di granitica fattura, autonoma, indipendente, incarnazione del libero pensatore» (Maria Luisa Agnese).
• Da ragazza si cimentò con successo nel salto in lungo e nel salto in alto (e voleva diventare radiocronista sportiva): «Si era tutti nazionalisti, si andava alle adunate, si faceva sport, ci si divertiva un mondo. Sono stata fascista fino al 1938, fino al giorno in cui entrarono in vigore le leggi razziali».
• «Non sono stata un Einstein. Non ho fatto grandi scoperte. Ho portato, nel mio campo, un contributo al progresso della scienza. E l’ho fatta conoscere soprattutto ai giovani, che sono molto interessati e contenti di imparare qualcosa. Son riuscita a mettere su una scuola di ricercatori molto bravi. Ho fatto fare un salto di qualità all’Osservatorio astronomico di Trieste, che ho diretto per oltre 20 anni». «Nel 1957, durante un lungo soggiorno a Berkeley, in California, avevo fatto delle ipotesi per spiegare le caratteristiche di una stella unica nel suo genere, Epsilon Aurigae, ma per verificare queste ipotesi avrei dovuto osservarla nell’ultravioletto, inaccessibile da Terra. Quando nel gennaio 1978 fu lanciato Iue, il mio primo programma di osservazione fu Epsilon Aurigae. Ricordo che ero alla stazione dell’Esa a Villafranca del Castillo vicino a Madrid da cui si comandava il satellite e aspettavo con ansia guardando lo schermo del computer. Se la mia ipotesi era giusta sullo schermo doveva apparire lo spettro ultravioletto, altrimenti lo schermo sarebbe rimasto vuoto. Dopo qualche minuto cominciarono ad arrivare i fotoni ultravioletti e la strisciolina luminosa che avevo predetto».
• «Tra le sue ipotesi più affascinanti, l’idea di un universo che si espande “a grappolo” e l’ammissione che la vita potrebbe essersi sviluppata anche in altri luoghi dello spazio» (Chiara Vanzetto che nel 2006 ha pubblicato per Editoriale Scienza L’universo di Margherita).
• È sposata (dal 1944) con Aldo De Rosa (che la chiama Marga): «Complementare in tutto, lei atea lui cattolico, lei una scienziata lui un letterato (“un’enciclopedia vivente che consulto in continuazione”), lei del tipo aggressivo e lui pacioso, “imprevedibile, timido, sognatore, come un extraterrestre, il mio opposto”. Si sono conosciuti da bambini, a Firenze, dove lei abitava profeticamente in via Centostelle. “Io avevo 11 anni e lui 13, ci incontravamo ai giardini pubblici. Giocavamo a guardie e ladri, noi s’era sempre i ladri. Facevamo anche grandi tornei di palla e corse di resistenza. Ci arrampicavamo sugli alberi, e io lo battevo sempre”. La loro frequentazione si interrompe per dieci anni: il padre di Aldo, commissario di polizia, viene trasferito, prima all’Aquila, poi a Palermo. “Ci siamo ritrovati all’università e a dire il vero ci eravamo piuttosto antipatici. Si leticava sempre, non mi ricordo poi com’è finita che ci siamo innamorati e addirittura sposati”» (Laura Laurenzi).
• Il marito: «“Margherita lo diceva sempre che del matrimonio non c’era bisogno. Secondo me però è un impegno che si deve prendere. Lei non voleva, ho dovuto combattere un po’. Siamo andati in chiesa la mattina molto presto, quando non c’era nessuno. Un po’ si vergognava”. La prima cosa che gli è piaciuta di lei? “Che era straniera. Lei si sente fiorentina, ma il padre era svizzero. Mi ha colpito fin da quando l’ho incontrata da bambino: era energica, si arrampicava sugli alberi meglio di me, giocava a palla e non si arrendeva mai. Mi piaceva la forza che riusciva a esprimere”. Lei non ha voluto figli e lui l’ha assecondata: “Se glielo avessi chiesto non si sarebbe rifiutata, ma avevo capito che non le sarebbe piaciuto, anche fisicamente. E nemmeno a me sarebbe piaciuto vederla col pancione. Per me lei è sempre stata come Giovanna d’Arco: combattiva, un po’ maschile, mai civettuola”» (Enrica Brocardo).
• «Noi i figlioli non si volevano. C’è chi è portato e chi non è portato: io non sono portata. Da ragazza poi mi dava molta noia tutta quella propaganda di Mussolini secondo cui le donne dovevano fare figlioli per forza, e anche tanti. Oggi c’è molta retorica attorno alla maternità. Io preferisco i gatti».
• Vivono a Trieste, in una casa con un giardino «da sempre non curato», con un cane e tre gatti.
• Sul suo aspetto trasandato: «Mi piaceva vestirmi bene, anche se sempre in modo molto semplice. Truccarmi no, al massimo avrò messo qualche volta un po’ di rossetto. Ma se i capelli non mi stavano come volevo io pativo molto. Poi m’è passata. A 18 anni ho smesso di badarci».
• Coautrice del brano Questo il mondo del cantautore Stefano Pais, nel 2006 fu esclusa da Sanremo Giovani: «La mia esperienza musicale si chiude qui e continuerò a non guardare il Festival, che trovo di una noia mortale».
• Nota anche per le sue attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico, dal 1989 è garante scientifico del Cicap (associazione che da anni si batte per dimostrare l’infondatezza di qualsiasi previsione astrologica), dal 2002, è presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici Razionalisti; dal 2005 è iscritta all’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Nel 2005 eletta nel Consiglio regionale lombardo con il Pdci, cedette il seggio a Bebo Storti. Nel 2006 capolista alla Camera del Pdci in Friuli (senza essere eletta). Nel 2007 votò alle primarie del Pd, ma ribadì: «Sono un po’ più a sinistra». Nel 2008, dopo la batosta subita alle politiche dalla Sinistra-l’Arcobaleno, fu tra i cento che firmarono per il recupero non solo e non tanto della falce e martello, quanto del comunismo.
• È vegetariana.
• Alla domanda in tv di Lilli Gruber: «Lei crede in Dio?» rispose secca: «No». Ha poi spiegato: «Non c’è né Dio, né l’aldilà, né l’anima. Quello che noi chiamiamo anima è il nostro cervello. Non credo nella vita dopo la morte e tanto meno credo a un paradiso in versione condominiale, dove rincontrare parenti, amici, nemici, conoscenti. Non mi soddisfa. Certo, può essere consolatorio: un po’ come credere alla Befana...».
• Ha firmato l’appello per la fine dell’embargo ad Hamas.
• Nel 2006 ha raccontato la sua vita e i suoi studi in L’universo di Margherita (Editoriale Scienza). Da ultimo ha pubblicato Così parlano le stelle - L’universo spiegato ai ragazzi (Sperling & Kupfer, 2007, scritto con Eda Gjergo) e Il mio zoo sotto le stelle (Di Renzo Editore, 2007) scritto con l’amica animalista Bianca Pauluzzi.
• Eda Gjergo è una donna appassionata di scienze, che le scrive lettere da quando aveva 11 anni. A novembre 2007 ha mandato sua madre Tatiana ad aiutare i De Rosa-Hack: lui s’era rotto un femore cadendo in giardino, lei s’era messa tre by pass. Margherita: «Non si poteva andare avanti più a far da soli».
• Un sogno nel cassetto? «Sogni no. Ormai ricerca non se ne fa più perché non ci sono fondi; mi diverte scrivere, fare conferenze e divulgazione scientifica» (la Repubblica).
• In suo onore è stato intitolato l’asteroide 8558 Hack.



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/margherita-hack#ixzz2XbXMkKJk
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